martedì 23 febbraio 2010

Kung Fu




Con il termine cinese Kung Fu spesso e volentieri gli occidentali intendono le arti marziali cinesi, ma in realtà il suo significato originale significa esperienza in una qualsiasi abilità, non neccessariamente legata al mondo delle arti marziali.

Arti marziali cinesi è una denominazione che si riferisce alla totalità dei vari stili di arti marziali nati in Cina.

Le arti marziali cinesi, nel loro insieme, hanno ricevuto molte denominazioni diverse, a seconda del luogo e del periodo in cui si sono diffuse. Quando, negli anni trenta, le arti marziali cinesi e giapponesi iniziarono ad essere conosciute in occidente, la conoscenza delle lingue e delle culture dell'asia orientale erano molto limitate. Questo ha portato spesso alla creazione di leggende e di miti (molti dei quali sopravvivono ancora oggi) e ad un uso improprio di molti termini cinesi.

* Kung Fu (pinyin: gōng fu) è il termine più popolare in occidente e ad Hong Kong, soprattuto a causa della diffusione, con questo nome, del cinema sulle arti marziali cinesi. In cinese kung-fu letteralmente significa "esercizio eseguito con abilità" e rappresenta il percorso necessario all'apprendimento profondo di una disciplina (non necessariamente marziale). Per estensione, questo termine indica anche il raggiungimento di un ottimo livello; possedere il kung-fu rappresenta il raggiungimento dell'assoluta padronanza della tecnica.
* Wushu (Wade-Giles: Wu Shu) è il termine più usato nella Repubblica popolare cinese, e si sta sempre più diffondendo anche in occidente. Wu Shu può essere tradotto letteralmente con "arte marziale" ed è un nome collettivo che racchiude al suo interno tutta la miriade di tecniche e stili di combattimento diffusi sul territorio cinese.
* Guoshu (Wade-Giles: Kuo Shu) è il termine più diffuso a Taiwan e significa letteralmente "arte nazionale".
* Quanfa (Wade-Giles: Ch'üan Fa) è una denominazione generica che significa "tecniche di pugno" ossia il pugilato nel senso di combattimento a mani nude.
* Zhongguo quan (Wade-Giles: Chung Kuo Ch’üan) significa "boxe cinese".

Origini leggendarie e storia

Esiste un gran numero di leggende sull'origine delle arti marziali cinesi. Quello che si sa di sicuro è che le prime rappresentazioni artistiche di uomini (probabilmente soldati) in posa marziale risalgono al periodo preistorico (oltre 4000 anni fa). Le arti marziali cinesi rimasero essenzialmente composte da una serie di danze di guerra e da esercizi fisici di preparazione militare fino al periodo denominato "primavere ed autunni" (770 - 476 a.C.) dove nacquero e si svilupparono le grandi correnti filosofiche cinesi come il Taoismo ed il Confucianesimo. In questo periodo le tecniche marziali iniziarono a fondersi con la filosofia e la religione fino a diventare un argomento di studio persino nei monasteri.

Nonostante l'origine delle arti marziali intese più propriamente come metodo di combattimento sia antico e non definito, è da sottolineare che quando si parla di Kung-fu si può più semplicemente prendere come punto di riferimento lo stile Shaolin originario, cioè quello fondato da Bodhidharma nel 500 d.C. circa nell'omonimo monastero. Successivamente si sono sviluppati innumerevoli altri stili e altre arti marziali, ma tutte in modo diretto o indiretto derivate dallo stile Shaolin-quan fondato da Bodhidharma.

La mitologia dello Shaolin Kung-Fu (Piccola foresta e duro lavoro), dicono che il Tempio Shaolin e i monaci furono creati dall'imperatore cinese dell'epoca, come guardia imperiale; la leggenda narra che studiarono il comportamento degli animali per affinare le tecniche di difesa ed attacco, da qui le varie diramazione di stili moderni quali: mantide del nord, tigre bianca, hung gar, tutti derivanti dallo stile principale Shaolin. Il mito dei monaci Shaolin non conosce confini in Oriente, al punto di aver attribuito ad una battaglia l'epico gesto di quattro monaci che da soli hanno sconfitto un esercito di mille mongoli, grazie alle tecniche di Qi-Gong (tecnica della camicia di ferro o insensibilità al dolore).

Le varie persecuzioni religiose che avvennero sotto le dinastie imperiali segnarono il declino di molti templi (fra cui il famoso tempio di Shaolin) e la nascita di "scuole" di arti marziali molto simili a sette segrete ed esoteriche. Questo portò ad un frammentarsi delle tecniche e delle conoscenze dando vita a migliaia di stili molto differenti fra loro, senza contare gli innumerevoli stili detti "del contadino" praticati dagli abitanti delle campagne e che si tramandavano di generazione in generazione.

Durante la grande rivoluzione culturale le guardie rosse, legate alla banda dei quattro, cercarono di distruggere i vari stili di kung-fu. Specialmente quelle più "esoteriche" rischiarono di essere cancellate in quanto viste come un retaggio dell'epoca imperiale sopravvivendo solo come attività sportiva controllata e coordinata da un organismo centrale. Tuttavia oggi stiamo assistendo ad una graduale riscoperta delle tecniche e degli stili più tradizionali.

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